Si è detto ormai tutto su la one night meneghina forse più famosa. Il merito è da attribuire al suo personaggio principe: Vannelli, ormai distante dai fasti del New York Bar, capace però di reinterpretare i canoni per una serata di successo. Una nuova location: il Qin. Buttafuori impettiti e uno staff numeroso, composto da personaggi di dubbio gusto, che sottostando ad ogni singolo cenno del direttore d’orchestra, creano una coreografia capace di mandare in visibilio il numeroso pubblico. Un esercito di variopinte maglie della salute, qui per festeggiare l’ennesima stagione (siamo a 42?) del club del “meraviglioso amore” per la house music. O meglio, ciò che ne rimane. Visto che persino l’attore protagonista risponde così a una richiesta musicale: Ce l’ho in valigia. Ma credi possano capire? Taccio e acconsento, distratto solo dagli schiamazzi di un vocalist che si paga da magiare alzando il dito medio alla folla e da una biondina che mi sorride maliziosa. Ricambio ironicamente e mi volto. Conscio della mancanza di compatibilità.
