“La gente della notte fa lavori strani, certi nascono oggi e finiscono domani”, cantava qualche anno fa il buon (“...Di dove sei?”) romano Lorenzo Cherubini. Citare questa canzone mi valse l’unico dieci in carriera proprio in un tema, sugli aspetti buoni e cattivi del vivere mentre tutti gli altri dormono. Pensate all’assenza dei mezzi di trasporto o della pausa pranzo: mangiare un panino in piedi al freddo o farsi due spaghetti aglio, olio e peperoncino alle quattro di mattina non è sempre la soluzione più comoda. Così spendere circa 15 euro per delle penne all’arrabbiata fumanti, acqua, caffè e coperto compresi assume un sapore inusuale. E se già le parole di notte scorrono più lente, un buon calice di rosso può aiutare a favorire una conversazione tra colleghi o tra amici d’infanzia che hanno cenato insieme per una vita intera, ma che solo mangiando insieme anche alle prime luci dell’alba capiscono quanto sia importante stare bene insieme. Una volta tanto non in discoteca.
Prendete a esempio il caso di quel cliente australiano che ha pagato un cesto di more ben 500 euro, perché fatto arrivare in Sardegna direttamente dal centro Italia in poche ore. Rigiro la domanda. Quanto paghereste voi per degli spaghetti all’astice, gamberoni, cozze, o un buon risotto ai frutti di mare? Ma anche per un tenero filetto di carne, accompagnato da patate al forno o insalata? Il valore di qualsiasi cosa dipende anche dalla reperibilità. La discreta qualità, i prezzi modesti e la gentilezza di Hassan, rendono questo ristorantino davvero “quell’isola che non c’è”.
