Mi chiedo cosa possa accadere nel prendere un deejay targato “Gigolò” chiudendolo in piccolo club meneghino. Immagino si abbia l’occasione di assistere a teatrini di finti pervertiti che circondano la star protagonista, coperta da discutibili magliette che inneggiano “per contratto” al sesso estremo. Ma se invece si prende un vero dj, uno dei produttori più fertili e vivaci della scena elettrotechno come Carlos Abraham Duque Alcivar? L’opportunità è quella di assistere a un live set fatto di sequencer e campionatori, come quello avvenuto sul palco dell’arena parco nord di Bologna durante il Flippaut. Dove l’Ecuadoregno si è esibito in una perfetta alchimia di suoni tanto acidi quanto quadrati, senza sfigurare al cospetto di nomi come Moby e Chemical Brothers, gli stessi che lo hanno reso noto ai più, selezionandolo per i remix dei loro singoli di successo. Ricordate: nella botte piccola ce sta longIsland buono ed eventi di gran qualità.
